Novantasei anni e una broncopolmonite. Tanto non è bastato al poveretto per trovare un letto in un reparto dell’ospedale “SS.Trinità”.
Il quasi-centenario è stato ‘parcheggiato’ per ben tre giorni in uno dei posti a disposizione del Pronto Soccorso, nelle sale di osservazione in dotazione del primo punto di approdo al nosocomio.
Ora, la domanda è: quanto gravi devono essere le condizioni di un paziente per ‘conquistare’ e ‘meritare’ un letto dove poter essere ‘dignitosamente’ curato, con la necessaria privacy? Quanto dovrà durare ancora questa specie di ‘guerra tra poveri’, per cui non a tutti è consentito accedere ai reparti, perché ‘non c’è posto’? E’ giusto che ragioni riconducibili alla necessità di procedere a tagli e ridimensionamenti, debbano sempre sopravanzare il sacrosanto diritto alla salute?
Chi decide delle nostre sorti in materia di assistenza sanitaria locale è del tutto consapevole della realtà quotidiana?
Naturalmente, nulla é imputabile al personale, che lavora con grande abnegazione, in condizioni spesso difficili.
Non sappiamo cosa sia passato per la mente di questo nonnino quasi-centenario – scorza dura e occhi che ne hanno viste tante – ma, guardandolo e pensando al suo caso – che poi è lo stesso di tanti altri – forse un po’ tutti ci dovremmo vergognare. Perché? Apparteniamo a una società che non riesce a prendersi cura e a farsi carico di coloro che, tra noi, sono i più fragili: vecchi e malati.