Un mondo ovattato, rinchiuso in spesse mure medievali dove, ogni giorno, si vive per non morire. Una fortezza, quella di Paliano, che si offre come scenario allo spettacolo teatrale che è andato in scena martedì 23 novembre. ‘Il castello degli invisibili‘ è il frutto di un lavoro durato oltre due anni ed altro non è che una riscrittura dei ‘Giganti della Montagna’ di Pirandello con delle citazioni sulla non-violenza di Tolstoj.
Protagonisti ed attori di un progetto tanto bello quanto difficile da mettere in campo sono i collaboratori di Giustizia che vivono nel super carcere. La struttura penitenziaria, grazie all’immenso lavoro dal laboratorio teatrale per Officina Sociale Korinem e Progetto Invisibili, ha potuto offrire un percorso di riabilitazione e stimolo a coloro che stanno scontando pene detentive. Il testo è stato elaborato da Damiana Leone, che si è occupata della regia e della drammaturgia prendendo spunto dagli scritti e dai racconti dei detenuti attori riguardo la libertà e la giustizia. Un testo che vuole essere una riflessione poetica su quello che è la collaborazione. La condanna all’invisibilità può diventare un atto poetico, un percorso verso la rinascita e la creazione di una nuova identità anche per chi viene considerato invisibile. “Abbiamo lavorato oltre due anni come Officina Sociale della Regione Lazio 20-21 con Associazione Korinem per mettere in campo uno spettacolo colmo di sensibilità e che trasmette sensazioni uniche – spiega Damiana Leone -. Ogni uomo ha una propria dignità ed ogni uomo ha diritto a vivere sprazzi di normalità e per questo con ‘Il castello degli invibili’ siamo certi di essere riusciti a veicolare un messaggio tanto delicato quanto essenziale”. Il progetto è frutto della collaborazione tra Regione Lazio, Errare Persona e Korinem ed ha visto l’attuazione nella Casa Circondariale di Paliano attraverso il laboratorio teatrale con i detenuti attori per Officina Sociale Korinem e Progetto Invisibili. Essenziale la collaborazione della direttrice, degli educatori e della Polizia Penitenziaria oltre che della Regione Lazio del Garante dei Detenuti e di tutti gli operatori. Un grazie immenso agli Attori della Casa di Reclusione e la Castle Band.
LA STORIA ED IL SUPPORTO
kORINEM E’ l’antico nome di Paliano un paese in provincia di Frosinone che in epoca romana era utilizzato per la deportazione ai lavori forzati. Questo nome che ha anche ispirato i collaboratori del progetto che hanno creato un’associazione tra il passato del territorio e i carceri attualmente presenti. Un progetto proposto come potenziamento e ampliamento di un altro progetto, in atto da anni ma che aveva ha bisogno di uno sviluppo successivo e più ampio per poter essere maggiormente radicato sia tra la popolazione detenuta sia nel territorio, che va ad integrare l’Officina Sociale Korinem, già riconosciuta dalla Regione Lazio come Officina Sociale e dal 2015 come Officina Culturale Casa D’Arte, progetto attivo già da 3 anni presso il Carcere di Frosinone (primo spettacolo realizzato nel 2001) in particolare presso la Sezione di Alta Sicurezza con le Mafie e i Precauzionali con i Sex Offender; e Paliano (dal 2019) con i Collaboratori di giustizia. Si è pensato quindi ad uno sviluppo per creare dei laboratori in più, per allestire spazi, ampliare l’offerta e il lavoro di interazione con il territorio.
Il lavoro è teatrale, ma si connota per la multidisciplinarietà a cui è aperto (teatro, scrittura danza, yoga e musica) e per la particolarità della popolazione carceraria a cui è rivolta: Alta Sicurezza e Precauzionali per Frosinone e Collaboratori di giustizia per Paliano, tutti caratterizzati da pene elevate e “INVISIBILITÀ’”, comune anche se per ragioni e modalità differenti.
La Parola INVISIBILITÀ rimanda inoltre all’essere particolarmente INVISI per questo tipo di detenuti. Il Carcere di Paliano, detto anche la fortezza degli invisibili, che ha dato un grande spunto di
lavoro, è l’unico in Italia ad avere solo collaboratori di giustizia e in così alto numero (80); quello di Frosinone è uno dei più grandi d’Italia con oltre 500 detenuti. Il progetto prevede momenti di spettacolo per le giornate mondiali dedicate allo spettacolo
dal vivo in Carcere, momenti di aggregazione tra i detenuti e le loro famiglie, momenti di racconto del carcere con l’esterno attraverso un blog dedicato e lo storytelling sui social, momenti di
integrazione con il territorio (popolazione libera e scuole superiori). La compagnia teatrale, composta da professionisti dello spettacolo che sono e vivono a Frosinone, lavora in Carcere da anni e insiste molto nell’interazione con le associazioni del territorio presenti in carcere e il territorio stesso. Collaborano con l’Officina l’ associazione Korinem, Anna Mingarelli, Alessandro Viti e Eugenia Faustini. Foto Gioia Onorati, video Giuseppe Treppiedi grafica Noemi Bisegna tecnica Luigi Di Tofano.