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DIOCESI – PASQUA, IL MESSAGGIO DEL VESCOVO ANTONAZZO

di Gerardo Antonazzo*

Cari amici,
con sincero affetto di pastore mi rivolgo a voi: genitori e figli, così duramente esposti al rischio di
una “catastrofe educativa” (Papa Francesco), giovani e adulti, istituzioni e associazioni di
volontariato, ragazzi e anziani, imprese e lavoratori, tanti disoccupati, cassintegrati o licenziati,
ammalati e personale sanitario, per dire a ciascuno la mia speciale vicinanza in prossimità delle
feste pasquali. Speravamo di celebrare e festeggiare l’evento cristiano in modo più “normale”;
invece, restiamo ancora condizionati dalla diffusione del contagio epidemico. È desiderio di tutti
potersi vaccinare quanto prima. È scioccante il gioco di profitto dietro certi meccanismi perversi di
interessi commerciali. Se così fosse, e se davvero siamo come in guerra contro il virus, allora
dobbiamo sospettare una lacerante illegalità contro il bene dell’umanità.
Il vaccino può sconfiggere la pericolosità del contagio, ma non basta: qualcosa di strutturale
deve cambiare per evitare altri disastri e tragedie che sono dietro l’angolo. Perché davvero “nulla sia
come prima” è necessario che “nessuno resti quello di prima”. Bisogna cambiare i nostri stili di
vita, migliorare la qualità dei beni relazionali, educare al rispetto tra le generazioni, modificare i
nostri costumi e i nostri consumi, custodire i processi educativi, assumersi la responsabilità nei
confronti della “casa comune”, dell’ambiente, per un’ecologia integrale. Lo sviluppo sfrenato non è
vero progresso. Scriveva Papa san Paolo VI: “O il mondo sarà pervaso dallo spirito di Cristo, o sarà
tormentato dal suo stesso progresso fino alle peggiori conseguenze, di conflitti, di follie, di tirannie,
di rovine”.
È necessario uno scatto di virtù umane, sociali, educative e spirituali. Ogni pretesa e sforzo
umano di miglioramento, è buono e necessario. Ma può non essere sufficiente. Nell’incontro con la
Pasqua di Cristo ci viene offerta la possibilità di non essere più quelli di prima, diventare creature
nuove; possiamo ricominciare una vita nuova. Non c’è niente di più bello: ricominciare a vivere in
modo diverso. Basta ricordare ai tanti contagiati dal virus costretti alla terapia intensiva, e poi
guariti: ritorna il respiro, ritorna la vita. La Pasqua ci restituisce il respiro dell’anima perché ci
cambia il cuore e la vita! La Pasqua di Cristo inocula nell’animo umano il vaccino di un amore che
ci guarisce da tutte le varianti del peccato, anche le più perniciose. Solo la bellezza dell’amore può
salvare l’umanità. La Pasqua risana il contagio dal male, e risucchia il pericolo di nuove
diseguaglianze, ingiustizie, povertà, malattie e sofferenze.
Coraggio: Cristo ha sacrificato la sua vita per rendere migliore la nostra, perché nessuno
resti quello di prima. Buona Pasqua di vero cuore.

*Vescovo della Diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo