La festa della Madonna di Fatima, il 13 maggio, è stata scelta come data simbolo per la benedizione della campana media, che è tornata al santuario della Madonna della Figura dopo la rovinosa caduta al suolo dello scorso anno. Una celebrazione dove era palpabile la commozione, sui tantissimi volti che affollavano le navate della chiesa, insufficiente a contenere tutti.
Il vescovo Gerardo Antonazzo ha presieduto la Messa, concelebrata dal parroco don Donato Piacentini e da tutti i sacerdoti della Zona di Sora, a cui si sono uniti altri che sono particolarmente legati al santuario. Ad animare la celebrazione il coro del Santuario ed il Coro Artis Musicæ Academîa, diretto dal M° Fabio Gemmiti.
Nell’omelia, il Vescovo, riallacciandosi al Vangelo di Giovanni, al capitolo 10, ripercorre nelle scritture l’immagine del pastore e delle pecore, una metafora utilizzata spesso da Gesù per parlare di sé e dei suoi discepoli. Non siamo cristiani fai da te – ha continuato mons. Antonazzo – né che inventano un dio che non esiste. Essere cristiani significa nascere in un fonte battesimale di una chiesa che è madre, comunità, vissuta in senso personale ma come senso appartenenza al popolo di Dio, tanto quanto lo sono le membra legate tra loro per formare un solo corpo, come ricorda San Paolo, così come le pecore unite a formare un solo gregge. Un altro elemento caratterizzante è la voce. Le sue pecore ascoltano la voce del pastore: la chiamata è convocazione. La comunità cristiana nasce e vive perché convocata dalla voce di Dio, di Cristo che donala propria vita per la vita del gregge. Ed è nel segno della campana che emerge il legame tra la sua funzione e la sua finalità: la campana chiama, convoca, invita a costituirsi come popolo a celebrare l’Eucaristia.
Subito dopo il rito della benedizione, con i primi rintocchi della campana che hanno risuonato nelle volte e nei cuori dei presenti. Al termine, don Donato ha ringraziato innanzitutto la commissione festa del santuario, che si è tanto prodigata per raccogliere i fondi destinati a coprire la spesa della fusione e del riposizionamento della campana sul campanile, ha ringraziato il Vescovo, che ha posto il sigillo sacro e a tutti i sacerdoti che hanno partecipato alla cerimonia. Il grazie poi ai devoti delle zone intorno al santuario e a quelli emigrati in Canada, ed infine ai “padrini” che come da tradizione hanno “battezzato” la campana, i coniugi Sante e Filomena Alonzi, presenti per la memoria del padre Pasquale, scomparso lo scorso 25 marzo, che aveva espresso il forte desiderio di far da padrino alla campana, che porterà il suo nome.
Infine, dopo la benedizione impartita da mons. Antonazzo, un momento di fraternità per festeggiare il ritorno della campana, che è stata poi ricollocata sul campanile il giorno successivo.
Carla Cristini