DIOCESI

DIOCESI – IL VENERDI’ SANTO A SORA

Il Venerdì Santo la città di Sora si fa teatro di una delle processioni più sentite e più belle, nella tragicità del ricordo della Passione di Cristo, il cui corpo esanime, adagiato sulla bara è seguito dalla Madre e da una folla di fedeli che cresce di anno in anno.

Dopo la celebrazione della Liturgia della Croce, nella vicina chiesa di Santa Restituta, ci si sposta a Santo Spirito, dove sono custoditi i simulacri esposti alla venerazione dei fedeli dal Giovedì Santo. È un popolo che si fa pellegrino, già dalla sera precedente, dove nelle chiese aperte fino a tarda notte, in migliaia passano sostando per una preghiera davanti al tabernacolo dove è custodito il Santissimo Sacramento; poi nella notte, per la tradizionale processione dei tamburi, ed infine nella Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata.

Dopo aver attraversato il centro storico, dal Corso Volsci la processione, introdotta dalle confraternite cittadine, dai sacerdoti e dal vescovo Gerardo Antonazzo, è entrata in Piazza Mayer Ross, uno scenario suggestivo, con il grande muro bianco sovrastato dalle tre croci che svettano come in un moderno Calvario, illuminato da centinaia di fiaccole. Qui il Vescovo, nella omelia, ha sottolineato innanzitutto la grande compostezza con cui i fedeli hanno atteso e seguito le statue; ha voluto poi porre l’accento sul Venerdì di Passione, giorno di astinenza e di digiuno, affinché ci si ponga con atteggiamento ascetico in meditazione di questo grande mistero, lontani da ogni forma di egoismo. Solo in questo modo l’uomo può recuperate la sua grande bellezza, riconoscendo quell’Amore che tutto sa donare, anche la vita nella morte. Ed ecco infine Maria, che partecipa al dolore del Figlio, amando fino alla fine, senza cedere alla disperazione.

Il Vescovo infine invita tutti a proseguire nella meditazione, nel silenzio, nel digiuno, anche la giornata del Sabato Santo, per prepararsi così alla Gioia grande ed immensa della Pasqua.

Carla Cristini

(Foto di repertorio)